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Le montagne della follia di H.P. Lovecraft
GENERE: fantascienza, horror

Cogliendo l'occasione del prossimo avvento di Halloween, oggi volevo portarvi a conoscere un autore che rappresenta un caposaldo della letteratura horror. Il suo nome è Howard Phillips Lovecraft.

Nato il 20 agosto 1890 a Providence (Rhode Island), non venne apprezzato in particolar modo dai critici del suo tempo, e non godette mai di buona fama se non dopo la sua morte.
Ad oggi, Lovecraft è riconosciuto tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe e considerato da molti uno dei precursori della fantascienza angloamericana.

Quello che volevo presentarvi oggi è un racconto datato 1936. In realtà il romanzo fu scritto nel 1931 ma pubblicato, dopo molti rifiuti, solo nel 1936 e in forma rimaneggiata. L'insuccesso dell'opera amareggiò profondamente Lovecraft, al punto da fargli considerare di concludere la sua carriera di scrittore, come scrisse nel 1936 a E. Hoffmann Price.
Le montagne della follia rientra nel più famoso ciclo dell'autore, Ciclo di Cthulhu, attraversato da numerosi leitmotiv, il più celebre dei quali è senza dubbio il Necronomicon, il grimorio (ovvero il libro magico) - uno pseudobiblium inventato da Lovecraft, ma che alcuni ancora oggi ritengono o spacciano per realmente esistente - che sarebbe stato scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred, e col quale sarebbe stato possibile evocare "Quelli di Fuori", traendoli dalla più remote regioni del cosmo e dell'essere.

Autore: Nottsuo
Questo testo in particolare rappresentò per Lovecraft il tentativo ambizioso di raccogliere in un solo scritto tutte le diverse sfaccettature della sua tematica: il concetto "cosmico" dell'orrore, la creazione di un pantheon fantastico, l'elaborazione stilistica ispirata a quella di Poe (il testo è un seguito ideale del Gordon Pym), la storia alternativa del mondo segnata dai Miti di Cthulhu.
Si prodigò molto per la sua stesura e ne elaborò diverse "scalette" prima di arrivare ad una versione definitiva. Come accennato in precedenza, grande fu la sua delusione quando Farnsworth Wright lo giudicò inadatto alle pagine di Weird Tales. Il contraccolpo psicologico del rifiuto lo portò a dubitare delle proprie capacità di scrittore: negli ultimi anni della sua vita scrisse pochissimo.
Il romanzo fu comunque pubblicato (sia pure in versione abbreviata) su una rivista più prestigiosa di Weird Tales: quella Astounding Stories che nel 1936 era ormai già da tempo la più nota rivista americana di fantascienza.

Opera ambiziosa quindi sia nel lungo formato che nei contenuti - estremamente descrittivi -, "At the Mountains of Madness" abbandona sempre di più i territori del vero e proprio horror per addentrarsi in quelli della fantascienza e avventura. Le concezioni estetiche e filosofiche maturate dall'autore si rispecchiano nella storia e civiltà degli Antichi, e delle altre specie che in milioni di anni hanno visitato o dominato la Terra.
In questa nuova visione dominata dalla meraviglia piuttosto che dal terrore, l’alieno è qualcosa di più della solita ostile mostruosità. Gli esseri umani possono riconoscersi in esso, la sua civilizzazione rappresentare un modello di utopia.
"Radiati, vegetali, mostri venuti dalle stelle: qualunque cosa fossero, erano stati uomini!"





Per approfondire l'universo dell'orrore cosmico e del Ciclo di Cthulhu, vi consiglio questo link: troverete tutti i titoli che ne fanno parte con interessanti informazioni a contorno.
Buona lettura dell'orrore!


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