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Le tre stimmate di Palmer Eldritch by Philip K. Dick
My rating: 4 of 5 stars

Commentare un libro di Dick senza rischiare di sembrare un invasato… difficile…

Romanzo psichedelico e allucinato nel quale Dick gioca con diversi piani del reale mettendo in rapporto il vero quotidiano con l’allucinazione fittizia, miscelandole fino a non riuscire più a distinguerle.
Facendo leva sul senso di disagio delle persone, la droga Can-D spopola regalando esperienze di un mondo felice ma fittizio nel quale ogni cosa è chiara, contrariamente a quanto accade nella realtà vera, descritta sempre in maniera onirica e nebulosa… e infelice.
Quando una nuova droga più potente prende piede sul mercato, la curiosità spinge molti a provarla. Ma la Chew-Z di Palmer Eldritch fornisce un'esperienza fondamentalmente diversa dalla Can-D: chi ne fa uso infatti non sarà più in grado di separare l’allucinazione dalla realtà. La confusione tra ciò che è reale e ciò che non lo è (tema tanto caro all’autore) crea il dilemma di capire se ciò che chiamiamo allucinazione non sia la vera realtà, o al contrario la realtà non sia stata solo un’allucinazione lunga una vita. Inoltre, una volta sotto l’effetto della droga, Palmer Eldritch sembra essere in controllo della loro allucinazione, il controllo totale del mondo in cui si trovano. Al risveglio, o almeno quello che sembra un risveglio, i malcapitati cominciano a vedere le persone con le protesi di Eldritch innestate (le 3 protesi che lo distinguono: le 3 “Stimmate”), dimostrando che in realtà sono ancora sotto l’effetto della Chew-Z.

Snodare e dare un senso al libro sta al lettore. Le chiavi di lettura si sprecano e lo stesso Palmer è difficilmente descrivibile; potrebbe essere l’avanguardia di una razza aliena che vuole conquistare l’umanità, oppure la personificazione della Tecnologia onnipotente che tutto sa e controlla oppure una divinità dello spazio profondo o ancora un semplice uomo…
Quello che l’autore ci passa tramite il protagonista Barney è che Eldritch (o qualunque cosa sia in lui) sia in realtà un’entità al di fuori del tempo e dello spazio, un’entità incredibilmente antica che sfugge alla comprensione umana e che quindi non può essere carpita; insomma qualcosa di molto simile a un Dio.

Concludo inserendo un’eloquente citazione dell’autore a proposito del suo libro:
"L'ho letto e ho la netta impressione che si tratti di un libro straordinario - così straordinario che potrebbe non avere pari. Potrebbe essere un libro unico nella storia della scrittura - nulla è stato mai fatto in questo modo. Poi l'ho riletto e ho pensato che era completamente folle, proprio fuori di testa; non che tratta di follia, è follia. Dio, è un libro strano."

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